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sulle montagne 67


fosse resa necessaria. Ci accompagnarono per alcune centinaia di metri, fino ai piedi di un antico torrione, e ci salutarono. In quel momento la pianura di Cha-tau-chung echeggiò di evviva. Per lungo tempo poi scorgemmo le bianche uniformi marinaresche nella mezza oscurità del crepuscolo, e udimmo rinnovarsi degli evviva, sempre più lontani e deboli, finchè uomini e voci si persero nella distanza.

I coolies avevano fatto provvista di allegria nel sonno; per Fra le roccie della Lian-ya-miao in riva all'Hun-ho. la strada, qua e là pantanosa, essi correvano, diguazzavano, ridendo e cantando. Trascinare un’automobile li divertiva. Povertà felice!

Col sorgere del giorno il cielo mostrava degli squarci di azzurro. Un vento di tramontana sgominava le nubi, le ricacciava verso il mare con un disordine di sconfitta, ed un raggio di sole accese ad un tratto delle alte montagne avanti a noi. Pochi minuti ancora e tutta la catena del Yean Jan, che dovevamo superare, si rivelò in un trionfale sfolgorìo di luce, solcata da burroni e da crepacci, coronata da vette aguzze; ci parve che in un minuto si