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libera uscita dalle strettoie anti-italiane; chi voleva respirare, gridare, agitarsi, non aveva che da seguire le bandiere rosse.

Quando il partito fu forte, combattè la sua lotta di classe nell’ambiente immediato, cioè contro la borghesia italiana, il capitale italiano, l’iniziativa italiana, l’autorità italiana, il pensiero italiano. Fu aiutato perchè era utile. L’Edinost scriveva: «I nemici dei nostri nemici sono nostri amici». Commentando la vittoria elettorale sloveno-socialista del giugno 1911, lo stesso giornale scriveva: «Dimostrando che gli sloveni aiutarono i socialisti a conquistare i mandati, lo slavismo ottiene una vittoria. I socialisti ci aiutano qui. Già nella questione della Lega Nazionale Italiana si sono comportati bene...».

Una manifestazione socialista era sempre pronta per neutralizzare una manifestazione italiana, come ad un comando. Per vivere e vincere i socialisti hanno accettato ogni intesa, ogni legame, ogni complicità nell’azione sloveno-governativa contro l’italianità. Essi hanno incluso, nel 1909, dei candidati sloveni alla loro lista nelle elezioni amministrative per rompere la tradizione finora inviolata della italianità della rappresentanza cittadina. In compenso, nelle elezioni politiche del 1911 ebbero i voti slavi, dati con questa chiara motivazione dell’Edinost: «Votammo per i socialisti perchè realmente vogliamo rompere le forze nazionali italiane».

In seguito l’azione socialista, almeno in questa forma, è declinata. La nostra razza può sopportare tutto, meno l’ingiustizia. La persecuzione ad oltranza degl’italiani ha rafforzati i vincoli della solidarietà di sangue anche nelle classi umili. Le ultime elezioni di Trieste sono significative. Ma abbiamo voluto illustrare questa parentesi socialista non solo per illuminare dei metodi di governo che insinuano ovunque il combattimento contro l’italianità, ma anche per contribuire a dissipare opinioni errate fra i socialisti d’Italia intorno alle vere situazioni nelle provincie italiane dell’Austria. Per un certo periodo alcuni di loro hanno portato la forza di una solidarietà al socialismo triestino, la sola che potesse varcare le frontiere, illudendosi sulla universalità dell’idea socialista e sulla fraternità delle razze. La lotta per vivere