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strate col pretesto che cadono sotto l’articolo 300 del Codice penale, il quale punisce la narrazione dei fatti «non veri» diretta a suscitare dispregio per le autorità. I giornali offrono sempre al tribunale la prova dei fatti narrati, che è invariabilmente respinta. Così in occasione delle ultime dimostrazioni di Trieste, anche le più blande e succinte cronache dei giornali italiani sono state sequestrate perchè potevano lasciare intravvedere la brutalità della polizia, e solo l’Indipendente s’è salvato raccontando che le guardie erano gentilissime, che per colmo di cortesia parlavano persino in francese, ma che tenendo per caso le loro mani tese e chiuse a pugno, dei cittadini sbadati vi urtavano contro violentemente facendosi male. Il sequestro, quando qualche cosa di importante è in discussione, avviene automaticamente, per una frase qualunque scelta a caso; i giornali sono spenti uno ad uno come delle candele. Le redazioni sanno benissimo quando sta per arrivare un sequestro, non per quello che hanno scritto ma per quello che è successo. Si sopprime la discussione.
È eccezionale che si proceda per reato di stampa, perchè sarebbe giudicato dai giurati che coscenziosamente riconoscerebbero l’innocenza. Vien scelto sempre il così detto procedimento soggettivo, il quale non colpisce lo scrittore ma il giornale. E si cerca di rendere ii sequestro più dannoso annunziandolo solo quando la tiratura è completa. Allora la polizia arriva con dei furgoni e si carica l’edizione intera. È inutile ricorrere contro le sentenze di sequestro anche le più assurde. Se il tribunale per caso ne ritira una, la Corte d’appello la conferma. Non c’è niente da fare.
Tanti sequestri capitano perchè il giornale ha commentato favorevolmente l’assoluzione di italiani ingiustamente accusati d’alto tradimento o di lesa maestà, o di attentato al «nesso» dell’Impero: quando vi è ricorso della procura di Stato non si può parlare che in senso favorevole all’accusa. È proibito parlare, anche in succinto, di argomenti colpiti da sequestro, ed un sequestro seppellisce così qualunque fatto. L’autorità ha un diritto di rettifica; il giornale deve stamparla, e non può dire nulla che contrasti con le affermazioni che sono