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il baluardo ripreso 89


cessibili. Ad onta della strada, il lato dell’Astico è quindi più difficile a scalare di quello del Rio Freddo.

Alle due del mattino l’artiglieria che batteva la punta estrema del Cimone ha di nuovo allungato il tiro. Questa volta lo spostamento del fuoco preannunziava definitivamente l’attacco. La pioggia delle schegge si è allontanata, e nella selletta del Caviojo si è ammassata la truppa. Alle quattro e mezzo è cominciata la scalata della roccia. La parete è alta in quel punto trenta metri.

Incominciava il primo schiarirsi dell’alba e sul grigiore plumbeo dei dirupi gli uomini erano quasi invisibili. Salivano uno dietro all’altro, lentamente, col fucile gittato dietro alle spalle, senza zaino ma con un sacco pieno di granate a mano, il tascapane ben fornito di viveri, le cartuccere colme, e un mozzicone di tubo esplosivo infilato nel sacco. Assalivano come nelle antiche guerre dei castelli, quando si appoggiavano le scale alle torri. Si fermavano e si ammassavano nei pianerottoli erbosi, e abbrancati agli sterpi, sospesi sul precipizio, si avvicinavano per i crepacci al ciglione. La roccia è composta di grandi strati, è simile ad una catasta di giganteschi libri pietrificati, e fra uno strato e l’altro vi sono dei bordi, delle cornici inclinate, solcate da canaloni, rotte, ce—