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il baluardo ripreso | 85 |
dall’esplosione di granate contenenti una miscela
luminosa, che servivano a verificare il
punto di caduta e a controllare così l’esattezza
dei tiri. Sulla boscaglia fitta che riveste
la punta del Cimone verso occidente, cadevano
proiettili incendiari che facevano sprizzare
fiammate gigantesche e nembi enormi di fumo,
simili a getti di eruzione, e nel riflesso sanguigno
e violento si vedevano macigni lanciati
in aria, così illuminati da sembrare incandescenti
e alberi stroncati che balzavano su e ricadevano
roteando con lentezza.
Improvvisamente, per lunghi minuti, la montagna appariva tutta candida e accesa, strana, irreale, percossa dal raggio lunare dei proiettori che da tutte le parti concentravano su di lei il loro sguardo fosforescente. Si rivelava precisa, con la sua forma di lunga terrazza rocciosa circondata dal precipizio, e le masse di fumo che si svolgevano su di lei avevano come una densità di neve, formavano una convulsione soffice e bianca, una convulsione molle e opaca di cumuli squarciata da lampi.
In certi momenti pareva che l’assalto fosse imminente. I proiettori si spegnevano e le artiglierie allungavano il tiro; creavano al di là delle posizioni una cortina di interdizione, spostavano il fuoco come quando la fanteria sta per avanzare. Allora si manifestava un risveglio del nemico. Esso usciva dalle sue tane,