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66 la battaglia sulle vette


un’azione più violenta, il bombardamento ha ripreso con un vigore maggiore. Dall’Adige al Brenta l’attacco italiano non ha avuto mai sosta, ma la sua intensità ha variato. A fasi di assestamento succedevano fasi di impeto, sempre più vigorose, a mano a mano che i mezzi si accumulavano.

La nostra offensiva è paragonabile allo sforzo costante del lottatore che ha avvinghiato l’avversario e che, nella tensione continua dei suoi muscoli, ha ogni tanto uno scatto più vivo, un sussulto più forte, un colpo di spalla più energico. Dalla difesa accanita siamo passati all’attacco a poco a poco, giorno per giorno, irresistibilmente ma gradatamente, e la nostra azione contro le forze enormi che ci erano opposte ha avuto ed ha i caratteri della pressione, non quelli dell’urto. Anche perchè noi risaliamo.

Il nemico, che ci sovrasta, trova ad ogni ripiegamento delle posizioni di maggiore resistenza. Esso, battuto, non precipita: ascende. Assalendoci, calava su di noi; assalito si innalza. La fuga lo rafforza. La ritirata gli dà una linea sempre più breve, sempre più facile, e delle difese sempre più solide. Ci battiamo in un immenso anfiteatro di montagne che dobbiamo scalare.

I nostri soldati arrivano a scalare miracolosamente anche l’inaccessibile, come sulle di-