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la battaglia nella foresta 61


migliano un po’ a quelle reti sulle quali i terrazzieri gettano a palate la sabbia per stacciarla. Sono dei grandi rettangoli di legno, nei quali si intreccia del filo di ferro spinato, che vengono tenuti in piedi con dei puntelli. Rappresentano un reticolato da pattuglia, una prima difesa contro quella maledetta baionetta italiana che è sempre pronta a luccicare.

Ma nella foresta, il reticolato più comune non ha ordine, non ha allineamento, si appoggia agli alberi, sorge improvviso come una immensa rete di ragno tesa fra tronco e tronco ad altezza d’uomo. Non si vede da lontano, l’ombra e gli arbusti lo nascondono, e quando uno sbalzo avanti sembra possibile, i nostri esploratori debbono essere sguinzagliati alla ricerca delle barriere sottili, la cui presenza indica sempre qualche appollaiamento di mitragliatrici.

Sono per tutto le mitragliatrici. La forza di armamento dell’esercito austriaco si è aumentata col decrescere della sua forza umana. Esso è andato compensando il logorìo fatale delle truppe con una quantità sempre maggiore di armi potenti e di munizioni. Gli uomini che si diradano hanno a loro disposizione mezzi automatici più grandi di difesa e di offesa. I nostri progressi in armamento sono pure vasti, ma è bene non perdere di vista nella nostra preparazione incessante le proporzioni della preparazione nemica. Noi non l’abbiamo