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la battaglia nella foresta 57


mo talvolta, hanno la loro minuscola battaglia, con le sue tattiche e le sue manovre. Si combatte da albero ad albero, da masso a masso, da cespuglio a cespuglio, appiattati, annidati, arrampicati, lottando lungamente per la conquista di un pino o di un sasso. È una immensa, sterminata, formidabile guerriglia, che striscia, si agita, formicola, e che si indovina allo strepito. La foresta si direbbe deserta, scoppiettante e fumigante come per degli incendi che mordessero il piede dei tronchi freschi. La difesa austriaca di questo strano terreno è tenace ed abile, come sempre.


Sarebbe una ingiustizia verso di noi e una menomazione del nostro valore, disprezzare il nemico che vinciamo. Ci deve bastare odiarlo. Esso sa adattarsi alle varie forme di lotta con un grande spirito organizzativo e un’abbondanza straordinaria di mezzi che rivelano una preparazione antica e studiata, un ordine meticoloso, una grande cura dei particolari, una perfezione di macchina che compensa il sentimento dei combattenti. L’elemento umano nell’esercito austriaco non è che una specie di munizione. È come una di quelle polveri moderne da cannone, terribili quando sono adoperate nell’arma, e che fuori non sono che materia inerte, grigia, che brucia senza far male, a piccolo- fuoco. L’organismo è tutto.