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48 nella regione riconquistata


Ma sono pochi colpi, una gran nube ogni due o tre minuti fra le case bianche che conservano un’apparenza di grazia civettuola, una festosità da ville. Il nostro cannone è più attivo.


Il fragore dei medi calibri italiani che martellano il Monte Interrotto e il Monte Mosciagh, dietro Asiago, echeggia fragorosamente fra i monti. D’ora in ora il nostro fuoco sembra aumentare. I giganti dell’artiglieria non potevano seguire rapidamente l’avanzata. Ora soltanto cominciano a riprendere posto nella battaglia. Salgono con lentezza pesante e solenne alle loro posizioni, coronati di fronde e trascinati da motori monumentali. La difesa austriaca, che si delinea in questo bombardamento, tende ad impedire il passaggio dell’Assa.

L’Assa scorre in un burrone così profondo, che la traversata ne è impossibile, salvo in un punto, cioè al gomito del torrente a ponente di Asiago, dove la gola si allarga, sboccando nella Conca. Quando il fumo denso delle granate che cadono su Canove si dissipa, al di là si profilano le rovine del grande ponte sull’Assa, saltato in aria, i cui altissimi piloni tronchi hanno l’apparenza bizzarra di grandi obelischi bianchi eretti sullo sfondo buio del vallone.

Di lì viene a tratti un crepitìo di scaramucce, dominato dal cupo battito di una mitragliatrice.

Da questi indizi si comprende che gli au-