Pagina:Barzini - Dal Trentino al Carso, 1917.djvu/50

40 nella regione riconquistata


da un senso indicibile di commozione, di stupore, di orgoglio. Il disordine, la convulsione, lo sfacelo lasciato dalla lotta accanita, disperata, decisiva, ha in certi luoghi qualche cosa di urlante. Il combattimento erompe, balza su, rivive, spaventoso e magnifico, nella immobilità solenne e funerea delle vette dilaniate; esso è come scolpito in loro; tutto quello che vi si vede ha un’impronta di violenza; non un albero e non un macigno sono rimasti fermi; un uragano favoloso li ha divelti, spezzati e scagliati da ogni parte, e i cadaveri, con le bocche spalancate in un urlo che par di sentire ancora lontano, misterioso e spettrale, hanno gesticolazioni che dicono lo slancio, l’impeto, la mischia, pieni di un tragico e glaciale furore.

Pare che la terra così squarciata, devastata, sconvolta si sia sommossa per mescolarsi intimamente al tumulto umano, che abbia combattuto e sofferto anche lei; e avanti alle sue piaghe immani noi sentiamo di amarla di un amore più appassionato e più struggente, questa nostra sacra terra materna che ci ha difesi. Mai come qui e come ora la Patria ci è apparsa vivente, animata e cara.

La sua personalità prodigiosa erompe improvvisamente, immane, palpitante, soggiogatrice, appena si scorgono le prime rovine all’imbocco della valle dell’Astico, dove gli austriaci cercavano di controbattere le nostre concen-