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l’eccidio degli inermi |
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Davanti allo sterminio esecrando, un solo
istinto insorge, un solo pensiero si formula netto,
una sola parola viene alle labbra: Vendetta!
L’immensa folla, solenne, devota e taciturna
che accompagnava ieri i primi cadaveri al
cimitero, non aveva altro nel cuore: Vendetta!
Mai lo sguardo di una moltitudine ha
espresso insieme tanta pietà e tanto odio. Nella
sua quiete spaventosa il popolo di Padova,
adunato intorno ai suoi morti, metteva paura.
Le salme dilaniate ricevevano un addio pieno
di una commozione formidabile. Il silenzio era
così vasto e terribile, che dalle vie gremite non
saliva altro rumore se non il rombo cupo dei
camions che portavano le bare e lo scalpiccio
eguale dei soldati armati che facevano scorta.
Quaranta o cinquantamila persone si accalcavano
lungo il percorso, e miriadi d’occhi seguivano
il convoglio con un’espressione dolorante
e fiera. Non una voce. Gridavano per la
folla le scritte attaccate sulle porte chiuse: «Viva
l’Italia!» Da per tutto si leggevano queste
tre parole. Sembravano una risposta al gesto
d’intimidazione del nemico. Volevano atterrire
Padova, gli austriaci, massacrando? Viva l’Italia!
Cadevano sui feretri, mollemente, i fiori
gettati dai balconi. Dei petali, volteggiando come
una nevicata, si posavano sui berretti dei
soldati che fiancheggiavano i carri, i soldati della
guardia d’onore. Erano funerali di guerra,