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L’ECCIDIO DEGLI INERMI.

Padova, 15 novembre.

La strage di inermi fatta dalla ferocia austriaca appare sempre più grande. L’orrendo sotterraneo della Rotonda, dove è scoppiata una bomba lanciata da un aviatore nemico la sera del 12, non ha ancora reso tutti i suoi morti. Mentre la città in lutto tributava ieri solenni onoranze funebri alle vittime della barbarie nemica, altre vittime venivano rinvenute fra le viscide e tenebrose rovine della casamatta fatale, diecine di cadaveri irriconoscibili sorgevano dalla tomba immane, un ammasso di umanità distrutta. E si scava ancora, si cerca ancora, il badile affiora altri morti in angoli inesplorati. Si lavora da quattro giorni e non è finita la terribile esumazione. Fino ad ora si calcola che il massacro abbia falciato quasi cento vite. Si calcola, non si conta: perchè non sono dei corpi che i soldati pietosamente estraggono.

Un conforto, avanti allo spettacolo del gigantesco assassinio di innocenti, viene dal pensiero che non v’è stata sofferenza. La morte è sopraggiunta fulminea per tutti. Non si è annunziata, non ha dato il tempo di capirla,