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324 la gloria dell'ala destra


tare l’ora dell’assalto per espugnare quel punto forte. Si operò una sorpresa, nella notte stessa. Strisciando adagio adagio, uno alla volta i soldati di una compagnia andarono silenziosamente ad adunarsi alla punta estrema del saliente e aspettarono la prima alba, l’ora in cui la vigilanza si intorpidisce. Appena l’oriente cominciò a sbiancarsi, piombarono dentro come indemoniati, fecero prigionieri i difensori, si asserragliarono.

Intanto veniva dal nord il rombo di un bombardamento serrato: era l’inizio della controffensiva austriaca in direzione del Pecinka.

Sappiamo con quale esasperata violenza il nemico ha tentato di riprendere terreno al centro per far crollare la delicata catena delle nostre conquiste, non rafforzata ancora dal lavoro. Cominciava la fase più critica della battaglia. La ripresa dell’azione offensiva della destra diveniva più che mai necessaria per tentar di alleviare l’enorme pressione che subivamo al centro. Il nemico ha previsto il nuovo assalto, lo ha visto delinearsi nella preparazione e ha voluto prevenirlo, renderlo impossibile, schiacciarlo prima del suo sviluppo. Alle dieci e mezzo la nostra estrema destra era presa sotto un fuoco inaudito di grossi calibri dall’Hermada. Granate da 305, da 280, da 210, scoppiavano con spaventosa continuità sulla Quota 208, che