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la riconquista 23


mento durato senza interruzione tre giorni e tre notti.

Il Cengio è stata l’unica posizione dalla quale gli austriaci hanno potuto avere da lontano la visione delle pianure agognate. Risulta ufficialmente da interrogatori di prigionieri, che alle truppe austriache sul Cengio è stato diramato un ordine del giorno di incoraggiamento che conteneva la più ignobile espressione di barbarie. «Il buon vino e le belle donne d’Italia ci aspettano», diceva questo ordine, degno degli Unni.

Dunque il ripiegamento si è iniziato alle ali, e per proteggere l’afflusso su Asiago da cui si diparte l’unica via di ritirata, il centro ha resistito strenuamente fino alla sera. Venuta la notte si è perduto improvvisamente il contatto col nemico di fronte ad Asiago.

Gli austriaci hanno tentato di disimpegnarsi sollecitamente al centro, appena il compito della difensiva era esaurito. Ma il più grande impegno è messo dai nostri comandi a non concedere respiro all’avversario, e al primo barlume dell’alba si è vista una cosa inaudita nella guerra di montagna. Degli squadroni di cavalleria si sono slanciati a riprendere contatto col nemico, hanno attraversato le deserte rovine di Asiago, si sono gettati su per i valloni verso Rodighieri e Camporovere e hanno raggiunto la retroguardia austriaca, impegnandola e trat-