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la manovra vittoriosa 313


passavano gli squallidi casolari di Fajti, attaccavano la cima del Fajti Hrib, la prendevano.

Salivano così, a gradino a gradino, quella immane scalinata di vette che borda il Carso. La conquista del Fajti Hrib, minacciando la destra delle forze che ci contrattaccavano, può aver contribuito a fare abbandonare al nemico ogni tentativo di riconquista. Alla sera, le truppe che avevano resistito così tenacemente alla controffensiva, alla loro volta tornavano ad assalire e prendevano la Quota 278, dalla quale l’azione delle fanterie nemiche era partita.

Queste due avanzate parallele, sul Fajti e sulla Quota 278, erano come due nuovi possenti colpi di maglio dati ai due cunei di penetrazione.

Nella notte le nostre pattuglie in esplorazione arrivavano alle prime case di Castagnavizza, oltre il nodo terminale della ferrovia, nel dedalo di strade che si allacciano intorno al paese e che si dipartono in ogni direzione. Le pattuglie hanno trovato, le case vuote. Nessun rumore, nessun movimento. Pareva che Castagnavizza fosse abbandonata. Ma delle ricognizioni in forze spintesi avanti questa mattina pare abbiano riconosciuto lo stato di efficenza di una nuova linea, la cui preparazione ci era nota da mesi.

Su questo tratto della fronte, dal Fajti Hrib alla strada di Oppacchiasella, l’azione nostra