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312 | la manovra vittoriosa |
Incontrandosi nei loro giri di ispezione gli ufficiali
si stringevano la mano senza una parola.
Una scheggia ha spezzato un braccio ad
un colonnello, lo stesso che i soldati baciavano
andando all’assalto. Egli si reggeva il braccio
rotto con la mano sana e continuava ad esortare
i suoi. Un’altra scheggia ha ferito il generale
alla testa. Caduto stordito, egli si è risollevato
subito: «Fermi, figliuoli!»
Non è che verso mezzogiorno che il bombardamento ha rallentato. Gli austriaci credevano d’aver spianato la strada all’attacco. Dalla Quota 278, più avanti, una gibbosità che si profila nella direzione di Castagnavizza, masse di fanteria nemica hanno cominciato ad avanzare mentre i cannoni austriaci allungavano il tiro. Il Pecinka spariva nel fumo. Il momento era atteso. La nostra artiglieria è entrata in azione. L’attacco austriaco fermato, spezzato, sconvolto, si riformava. Le colonne d’assalto nemiche hanno più volte tentato di avventarsi, sempre disperse. Alle quattro la poderosa controffensiva in direzione del Pecinka era finita. Qualche ora dopo, su quello stesso settore riprendeva l’avanzata dei nostri.
Si riprendeva lo sviluppo dell’azione del primo
giorno. Mentre si resisteva sulla 308, i conquistatori
del Veliki si spingevano avanti, attaccavano
la Quota 393, la prendevano, sor-