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la conquista 299


tutta la prima linea nemica era demolita. Le bombarde nostre tacevano a destra ma imperversavano a sinistra, contro al Veliki e al Pecinka. Questa notte il bombardamento si è concentrato sulla seconda linea. Era uno spettacolo di maestoso orrore. Il divampare vivido e incessante delle esplosioni non illuminava che delle nubi. La terra era scomparsa. Il campo di battaglia appariva come un cielo di tempesta solcato dai fulmini. Era un paesaggio di vapori, tutto acceso, balenante, infiammato, tuonante, favoloso.

Questa mattina l’artiglieria è tornata a battere la prima linea. Le bombarde si sono messe in azione su tutta la fronte. Non si scorgeva più niente ad un chilometro di distanza. Non un alito di vento disperdeva il fumo. Il Carso era tutto una nube agitata, multicolore. Le truppe che si andavano concentrando per l’assalto marciavano nella caligine, in penombre crepuscolari. Il sole appariva pallido come nei tramonti invernali.

Improvvisamente i piccoli calibri hanno accelerato il fuoco. I cannoni maggiori hanno portato il tiro sulle batterie nemiche per paralizzarle, per impedire le loro concentrazioni sulle nostre truppe al momento dell’avanzata, o per diminuirne la efficacia. L’istante fissato sì avvicinava. Ancora dieci minuti. Ancora cinque. Negli osservatori dei comandi si è fatto