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la conquista | 295 |
col pensiero questa nostra fronte che taglia
la concava distesa dell’Altipiano Carsico, bassa
al centro, alta ai bordi, una specie di ampia
vallata formatasi sul massiccio del monte, irregolare,
rocciosa, tutta butterata di doline, piena
di gradini, di rialzi, di gibbosità sassose, di
forre, coperta qua e là da boscaglie. Gli austriaci
hanno sempre concentrato tenacemente
i loro sforzi alla difesa delle due estremità della
linea. Non hanno risparmiato sacrifici per
mantenersi padroni degli alti bordi dominanti.
La presa di San Grado di Merna, sul Vippacco, e la presa della Quota 144, al sud, verso il settore di Monfalcone, la conquista di queste due alture che fiancheggiano simmetricamente la fronte carsica, non è riuscita a spezzare definitivamente i nodi laterali ed estremi ai quali si attacca la linea di resistenza nemica sull’altipiano. Le nostre successive spallate ci hanno dato larghe estensioni di territorio fra questi punti fissi. Il limite delle nostre avanzate traccia degli archi irregolari, sempre più profondi, sopra una corda unica. Sui declivi settentrionali del Veliki Hribach e sui declivi meridionali della Quota 208 sud, il nemico ha fatto resistenze disperate. Le lotte più accanite, le oscillazioni più profonde, si sono avute ai fianchi. Non potendo arginare per tutto l’impeto del nostro attacco simultaneo e generale, gli austriaci hanno adottato il sistema di