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il bombardamento 291


inseguivano. Più veloci di lui e meglio armati, lo sorpassavano e gli giravano intorno, mitragliandolo. Pareva perduto. Ad un tratto gli Albatros hanno abbandonato l’inseguimento e, fatta una rapida ed elegante virata, si sono messi a fuggire. Allora due minuscole cose veementi sono apparse; pareva che fossero scaturite per magia dalla profondità del cielo: due cacciatori italiani. Lo scoppiettìo delle mitragliatrici ha ripreso, ma erano le nostre. Si è visto un Albatros oscillare. Poi ha ripreso il volo regolare. Ha fatto un giro. Ha oscillato di nuovo, e subitamente è piombato. Cadeva a spirale. Tentava di quando in quando di riafferrarsi. Sussultava, risollevava la prora, ricadeva. È scomparso nei boschi del Nad Logem.

È andato ad abbattersi vicino ad un cannone austriaco, un medio calibro preso durante la prima avanzata, quasi per cercare un amico presso il quale morire. Nel momento in cui l’aeroplano nemico, ferito a morte, stava a poche centinaia di metri dal suolo, l’artiglieria da campagna austriaca ha tirato su di lui, a shrapnell, con tiri veloci.

Il bombardamento non ha rallentamenti, continua serrato, intenso. Continuerà per tutta la giornata. Continuerà per tutta la notte. Continuerà domani fino ad un’ora che nessuno conosce. Nelle nostre trincee forse le fanterie cominciano a schierarsi a battaglia....