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il bombardamento 287


cannoni disdegnassero i nemici che sono di fronte a loro per colpire quelli che sono verso i fianchi, e le traiettorie si intrecciano secondo linee misteriose, studiosamente definite, tracciate giù su certe carte in complicati e bizzarri disegni geometrici. Oltre al fuoco di demolizione, anche i tiri di interdizione e i tiri di controbatteria richiedono preparazioni enormi e meticolose, organizzazioni complesse basate sul calcolo. L’immenso furore del bombardamento ha una insospettata e perfetta regolarità di meccanismo.

Quando l’ora dell’artiglieria scocca, si scatena un caos di fuoco; per tutto è una apparenza di convulsione e di disordine sterminati; è una bufera che si sferra, e la mente fatica a concepire l’opera colossale di previsione esatta per la quale le esplosioni che sommuovono la terra eseguono vere e precise manovre. Esse sono l’avanguardia dell’assalto. La riuscita dell’azione dipende non tanto dall’intensità del fuoco, quanto da un’accuratezza di cifre, cercate con lungo studio.

La proporzione calcolata fra i colpi utili e i colpi dispersi può variare profondamente per circostanze inattese. Un po’ di nebbia, un po’ di pioggia e nuove incognite entrano nell’equazione. Il nostro sbalzo di settembre sul Carso fu breve, solo perchè un temporale velò per qualche ora il campo di battaglia. E pure il