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270 | dove è passata la battaglia |
pacchiasella. La strada che vi sale, bucata,
slabbrata, ingombra qua e là di grosse pietre
sparpagliate dalle esplosioni, si è fatta deserta.
Una corvée che avanzava lentamente portando
fasci di razzi illuminanti e sacchi di cartucce,
è sparita. Ad un certo punto i soldati infilano
camminamenti misteriosi; deviano per solchi
che si perdono; si sprofondano e svaniscono.
La strada, sempre più tormentata, ingombra di
rami d’albero e di rottami, cancellata quasi dal
rovinìo dei muricciuoli, si vuota di ogni vita.
Da questo punto, nulla più si muove alla vista. Entrando nel terreno della lotta, inoltrandosi sul campo di battaglia, avvicinando le masse combattenti, si entra in una spaventosa solitudine. Tutto quello che si vede è morto. Morte le strade, morte le case, morte le piante, morta la terra stessa, tutta ferita, dilaniata, sconvolta come se una vanga gigantesca fosse penetrata in ogni palmo di suolo.
Ovunque è un grigiore di pietre spaccate e un oscuro sovvolgimento di zolle fresche. E nella fantastica e immane devastazione, è la vita che si seppellisce. La morte sola rimane all’aperto. Sembra che nessuno possa più resistere in questo paese d’incubo. Si ha l’impressione di luoghi maledetti. Par di respirare nell'aria un orrore soprannaturale. Passa a tratti un angoscioso e greve alitare di tomba. Ad un certo punto i camminamenti non si intravve-