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azione nemica. Rilevanti forze fresche austriache erano giunte nella giornata, portate da immense carovane di camions. Questa notte gli attacchi austriaci sono stati meno solidi. Ma il fuoco si manteneva attivissimo. Oggi è il ripiegamento.

Arrivano i primi feriti leggeri nel Vallone. Hanno l’aria soddisfatta e stanca. Portano notizie. «Siamo alle prime case di Locvizza!» — grida uno. Egli vuol dire che siamo ai primi ruderi. Non vi sono più case a Locvizza, come a Nova Villa. Vi sono dei pezzetti di muro, un tritume di calcinacci.

La notte scende brumosa e fresca. Una coltre di fumo empie le vallate, e in questa fosca caligine è tutto un balenìo di colpi, un palpitare di vampe. Razzi rossi e razzi bianchi solcano il cielo tenebrato. Un’enorme granata austriaca cade nel Vallone vicino ad un cimitero di soldati, e tutte le croci in fila, schierate a ranghi, si inclinano con lo stesso moto.


DOVE È PASSATA LA BATTAGLIA.

16 ottobre.

Ad uno svolto, ecco fra gli alberi sfrondati un biancheggiare di rovine. Sono angoli di muraglie intonacate, lembi di pareti, ruderi informi rimasti eretti fra cumuli di macerie: Op-