Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
262 | l’avanzata |
balzate su, apprestandosi, pronte e ardenti come
al primo minuto della lotta. Erano truppe
che la battaglia aveva duramente provato. Stavano
per essere sostituite da unità fresche. Non
aspettavano più che l’ora fissata per scendere
alla quiete degli accampamenti. Ed hanno chiesto
di restare, ancora un po’, il tempo di finire
quello che avevano cominciato. Il loro generale
ha comunicato ai comandi superiori il desiderio
della brigata. La risposta è stata un encomio
e la concessione di non abbandonare la battaglia.
L’azione, rapidamente concertata, ha divampato
in quel settore, mentre le brigate vicine,
avvertite, secondavano la ripresa con non
minore entusiasmo.
L’ordine di avanzata veniva lanciato intanto a tutti i comandi. Le nostre piccole artiglierie che da due giorni, in parte, si erano già spostate in avanti, hanno aperto il fuoco secondando l’attacco. Le batterie pesanti hanno ricominciato a tuonare. Alle quattro del pomeriggio la battaglia s’era riaccesa con vigore su tutta la fronte.
Mentre scrivo si avanza. Le pallottole austriache arrivano al Vallone e scoppiettano sulla strada. I grossi e i medi calibri nemici bombardano a zone, cercano di creare barriere di fuoco, tirano sui rovesci, battono le nostre comunicazioni, mettono per tutto le loro nere nuvolaglie. Ma noi avanziamo. La nuova fronte,