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256 il colpo di spalla

Tutte le strade austriache erano ingombre di convogli. I nostri aviatori avevano contato fino a duecento camions automobili in una sola fila. Una grande quantità di trasporti affluiva anche dal nord, da Tolmino e da Plezzo. Le truppe si erano pure aumentate di qualche divisione della Transilvania, debitamente inquadrata con fedeli elementi magiari e tedeschi. Il nostro bombardamento aveva distrutto in grande parte le opere della prima linea, ma la entità della difesa non si sarebbe rivelata che al momento dell’assalto.


L’assalto è avvenuto alle 14,50. È scattato allo stesso minuto su tutta la fronte di attacco, dal sud di Gorizia al mare. Da un piccolo osservatorio sul Nad Logem, l’osservatorio del comandante di una delle nostre più ardite brigate, si è potuto scorgere lo svolgimento della prima fase dell’assalto dal Vippacco al Veliki Hribach. Si dominava la pianura di Gorizia, offuscata di caligine e di fumo. Ai piedi del monte, giù in fondo, i ruderi di San Grado sulla piccola altura bucherellata dalle cannonate, e più lontano Raccogliano e Merna, greggi di case scoronate e sventrate, circondati di prati, aggirati dal fantastico serpeggiamento del fiume. Il Nad Logem, il Veliki Hribach, e più lontano il Volkovnjak si ergono coperti di foltissime boscaglie fino alle vette. Solo la punta