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252 il colpo di spalla

di puntamento. I cannoni tempestavano la prima e la seconda linea del! nemico, concentravano il fuoco sui capisaldi della difesa, sconvolgendoli. Avanti a Locvizza, avanti a Villanova, sulla Quota 208 nord, e in qualche altro punto della loro fronte, gli austriaci, lavorando assiduamente, avevano eretto dei fortini, delle ridotte, di quei loro sistemi complicati di trincee e di camminamenti destinati a resistere a qualsiasi urto di assalto, veri nidi di mitragliatrici ai quali si imperniava la linea di resistenza. Era su questi nodi di difesa che le enormi granate cadevano in più grande quantità, a stormi, impennacchiandoli di nembi agitati e immani.


Il nemico rispondeva di quando in quando con violente raffiche di cannonate, cercava le batterie nostre, tirava ad in terrompere le nostre retrovie nei passaggi più vulnerabili, batteva dei rovesci nei quali immaginava le fanterie in attesa. Degli aeroplani austriaci si levavano arditamente, esploravano, tentavano di abbattere i nostri palloni-drago, facevano segnalazioni con razzi fumiganti. Di tanto in tanto un martellamento di mitragliatrice scendeva dal cielo, e nell’azzurro si scorgeva un diafano e lontano aleggiare di aeroplani in lotta.

Scesa la notte, le grosse artiglierie hanno sospeso il fuoco e le piccole sono entrate in