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242 | il generale tempo |
stra della battaglia, l’arco di un’avanzata impetuosa,
piena, profonda, eguale. È il profilo
di uno slancio compatto, unico. Alla sinistra
infatti l’assalto ha avuto la più bella continuità
di movimento e di espansione. Non si è fermato
nelle posizioni espugnate, oltre le pendici
orientali del Nad Logem: è andato avanti, ondata
dopo ondata, nutrito di forze fresche, tendendosi
verso più vasti obbiettivi, attraverso
boschi e spianate, fino ai limiti delle possibilità
del momento. In due ore aveva percorso più
di due chilometri. Le ferrovie erano ingombre
di prigionieri, le forze della difesa erano distrutte.
Le formidabili fortificazioni campali di
San Grado, all’estrema ala operante, sorpassate,
aggirate, cadevano il giorno dopo per manovra.
Fermatosi, questo braccio sinistro dell’offensiva,
se anche ha modificato lievemente la sua posizione
per una sistemazione di sosta, imprime
sul terreno una linea di conquista piena di
fermezza.
L’arco rientra lievemente verso il centro, rimasto più indietro per l’avanzata più faticosa e più lenta. Al centro passa la grande arteria mediana dell’altipiano, la strada di Costanievica. Era più facile agli austriaci difendersi in una zona servita da buone comunicazioni, subito accessibile alle riserve; forse anche si aspettavano al centro il colpo di ariete. Contavano probabilmente sulle grandi difficoltà na-