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il generale tempo | 241 |
confidenza. Quando il momento viene saltano
i parapetti e le vanno incontro.
Il cannone non ha mai smesso di tuonare.
Continua i suoi tiri un po’ per tutto. Batte ora
le retrovie, ora le trincee, si esaspera se scorge
un movimento, interdice, demolisce. Ha lunghe
ore di stanchezza, poi riprende violento, sposta
i suoi centri di furore. Sembra alle volte
che rombi a battaglia, serra i suoi colpi, infuria:
gli osservatori soltanto possono dire la
ragione di questi accanimenti subitanei, che
non sempre corrispondono a riprese della lotta.
La battaglia si è placata. Dopo avere oscillato
qua e là per tre giorni, la nuova fronte italiana
si è fissata sul terreno conquistato del Carso,
ha preso solidità definitiva. Si può tracciare
la sua linea sulla carta e considerarla come la
linea descrittiva di una fase conclusa.
Perchè è descrittiva la linea della nostra fronte. Essa dice la storia della lotta. La fronte di una battaglia è come una corda che avanza tesa, e che non si contorce, non serpeggia, non si agita che sugli ostacoli. Ogni spezzatura della linea indica un punto di maggiori contrasti, ogni ondulazione parla di alternative. Dove il combattimento ha avuto le più esasperate vicende, è rimasto qualche cosa di più agitato e vigoroso nel disegno della linea raggiunta. Ecco al nord della fronte carsica, alla sini-