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14 | notte veneziana di guerra |
La difesa è efficace ma non è assoluta. Chi la dirige e chi la opera meritano tutta la riconoscenza del paese, hanno salvato finora il più glorioso patrimonio dell’arte, ma di Venezia vorremmo salvar tutto. Vi è una sproporzione fra le necessità che la nostra ansia e la nostra passione ingrandiscono e le possibilità di cui la scienza militare dispone.
Si comprendono certe incontentabilità veneziane, i progetti fantastici che pullulano sotto alle Procuratie, le proposte di reti metalliche tese sulla Basilica e il Palazzo dei Dogi; e coloro che deridevano come eccessivi i lavori di protezione ai monumenti pensati e diretti da Ugo Ojetti, da Corrado Ricci e dall’architetto Marangoni sono forse gli stessi che reclamano un’ombrella blindata alle glorie venete. Queste utopie, questi sogni di difesa chimerica, hanno un lato patetico, sgorgano da una tortura di innamorati, sono gli amanti di Venezia in angoscia che cercano nel favoloso quello che nella realtà non trovano.
Essi possono aver fiducia, come l’ha il popolo, negli uomini che hanno e che sentono fortemente la responsabilità della protezione di Venezia. Sono essi i primi che considerano le necessità della difesa nella loro pienezza. Quando tutte le risorse sembrano sfruttate, altre risorse si offrono allo studio costante. La perfezione di oggi non sarà la perfezione di domani.