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notte veneziana di guerra 13


se si trattasse delle artiglierie di una sola nave dominate dal ponte di comando.

Vi sono gabinetti silenziosi dai quali perennemente si seguono tutti i voli del nemico sulla zona di guerra, ogni aeroplano austriaco è vigilato da Venezia, anche se lontano; corrisponde ad una sua immagine minuscola che si sposta sopra una carta topografica, e al momento in cui varca certe linee, la macchina della difesa si prepara. Venezia non è paragonabile a nessun’altra città dal punto di vista della guerra aerea. Il nemico vi arriva dall’acqua, dal deserto, e bisogna che dal deserto sia segnalato per aver tempo di dargli caccia se si può.

Di notte non si può ancora. Le speranze che si avevano in Francia sulla difesa col volo notturno sono fallite. In Inghilterra, la grandiosa organizzazione aviatoria della difesa di Londra poco può contro gli Zeppelin, e i velivoli inglesi debbono aspettare l’alba per levarsi ed inseguire, se non è troppo tardi. L’aeroplano nel buio è cieco e sordo. Non può dirigersi sul nemico che non vede e non sente. Se accende un proiettore diventa un bersaglio sicuro ed è perduto. Di notte non c’è che il cannone, per ora.

Non basta. Non basta per Venezia che vorremmo garantita fino alle sue più umili pietre.