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l'attacco 211


battaglia, ma l’offensiva comincia con una immensa e oscura operosità di artieri. Si può dire che la nostra offensiva attuale sull’Isonzo cominciò nei più angosciosi momenti della guerra nel Trentino. Cominciò col lavoro di trentamila operai. Gli eserciti su questa fronte si erano ridotti per fornire la nuova armata di manovra destinata a battere il nemico se fosse sboccato su Vicenza, il momento sembrava disperdere ogni speranza di attacco nostro sull’Isonzo e il generale Cadorna fu interpellato sulla opportunità di soprassedere ai lavori destinati all’offensiva. «Si continuino con la massima alacrità — egli rispose — il momento verrà!» Ed è venuto.

Alle sei e mezzo di questa mattina è cominciata sulla fronte del basso Isonzo l’azione che continua la battaglia di Gorizia. Veramente non si può parlare più di «fronte del basso Isonzo»; l’Isonzo qui è ormai lasciato definitivamente indietro, e sempre più lontano. L’erba già inverdisce le sue trincee abbandonate e corona i ruderi dei suoi villaggi, che hanno preso aspetti di rovine antiche.

Quanto si estende l’offensiva? Non si sa finora che quello che si è riusciti a vedere. Basta per intuire la magnifica lena dell’azione, per sentirne tutta la potenza, metodica e fortunata. Sembra che sul Carso si avventi l’attacco più intenso e più impetuoso.