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12 | notte veneziana di guerra |
fuoco. Pensiamo ai disastri immensi che avverrebbero se i vandali fossero liberi di eseguire i loro piani, se potessero lasciar cadere con precisione i loro esplosivi, se non dovessero piegarsi alle necessità imposte loro da una difesa militare, che è perfetta allo stato attuale della guerra aerea.
Non sempre si possono constatare le perdite che il nemico subisce nelle sue incursioni notturne; s’intravvedomo talvolta delle cose infiammate che precipitano nel mare e vi si perdono, ma non è che dopo settimane che, indirettamente, arrivano le notizie di aviatori morti e di apparecchi distrutti. Nella notte del 13 agosto uno dei migliori piloti austriaci è morto così, su Venezia. Non tutti i risultati della difesa sono sempre noti e evidenti. Centinaia di vite umane sono salvate dal segnale d’allarme, che lascia alla popolazione il tempo di cercare rifugio; ma pochi immaginano quale meccanismo enorme e perfetto di vigilanze, di collegamenti telefonici e telegrafici, di radiostazioni, di osservatori, di centri di ascoltazione, si arroti sul mare e sulle rive, per poter dire ai cittadini di Venezia, dieci, venti minuti prima: In guardia!
Pochi sanno per quale prodigio di organizzazione il fuoco di artiglierie disseminate sulle lagune divampi, si sposti, taccia, riprenda, preciso, con una istantaneità meravigliosa, come