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sui colli di san marco 203


fanno tremare i muri, detriti di intonaco cadono dal soffitto: sono i colpi delle granate austriache che scoppiano sulla città.

Il nemico bombarda anche i ponti, incessantemente. E bombarda Vertojba, al limite della pianura di Gorizia, un villaggio che allinea i suoi tetti rustici fra le vegetazioni lungo il torrente Vertojbizza. Il villaggio brucia ora. Un gran fumo di incendi si leva dai tetti in fiamme e si adagia sui campi. Più lontano, al sud, sul Carso pallido, dal profilo di bastione immane, le nubi delle granate si allontanano sempre più dal Vallone, verso oriente, e indicano che si avanza laggiù, oltre il santuario di San Grado, e che al di là del Vippacco tutta la linea di battaglia vittoriosamente si sposta.

La fronte del Vertojbizza invece resiste.

Laggiù, sulla strada che da Merna va a Biglia, un episodio singolare si è svolto. Per sopraffare un gruppo di mitragliatrici nemiche, appostate ai fianchi della strada, una nostra automobile blindata si è portata avanti alla linea della fanteria.

Lenta, cauta, pesante, la piccola e bizzarra fortezza di acciaio dalla torre tonda, si è inoltrata, sparando da tutte le sue feritoie, fino a otto o dieci passi dalle trincee austriache. Improvvisamente si è vista la macchina corazzata avvolta da densi nembi di fumo oscuro, circondata da balenii e da vampe. Era attaccata