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192 nella "trincea del sogno"

Non si riconoscono più in loro i cittadini chiamati alle armi, sembrano reduci da guerre senza fine, da guerre di generazioni; e sotto ai loro elmi di acciaio pare di riconoscere i volti barbuti che sfilano sulle attorte sculture della Colonna Trajana, i piccoli e bruni soldati latini il cui eroismo stupiva il barbaro atletico dalla pelle bianca.

Quando il sole si leva, i cannoni austriaci cominciano a battere la Quota 121. I nostri cannoni battono la Quota 144. Il laghetto di Doberdò è nostro da ieri, e l’occupazione del Vallone, che si è spinta al sud di Oppacchiasella verso il misero villaggio di Nova Vas, minaccia da settentrione la Quota 144. Da lì al mare la lotta, che i nostri aspettano, si riaccenderà forse fra poche ore. Intanto, nella trincea nuova che corona la Quota 121 finalmente nostra, i soldati dispongono ad ogni imbocco di camminamento, i cartelli indicatori col nome imposto alla località: «Trincea del Sogno».

Per riconoscersi nel labirinto dei passaggi e dei trinceramenti, su tutte le posizioni, ad ogni strada sotterranea, ad ogni cammino protetto, ad ogni bastione, si è dato un nome. Sono spesso nomi eloquenti che descrivono i luoghi o che ne fanno la storia. Per arrivare alla Quota 121 si passa per la «Trincea dei Morti». Poi vi è la «Trincea della Speranza».L’ul-