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a gorizia 171

avere la «carta del pane» o del sapone o della carne. La carne costava dodici corone al chilo, il pane sessantasei centesimi, il lardo dodici corone. Un avviso avverte che chi prestasse aiuto ai prigionieri di guerra nel compimento della fuga verrebbe «punito con la morte mediante capestro». Da noi aiutare i prigionieri nel compimento della fuga è diventato uno sport.

Dei colpi precipitosi di mitragliatrice risuonano improvvisamente, vicini. Cos’è? Dove sparano? Sembrano venire dall’alto, dal sereno. Vengono dall’alto. Due aeroplani austriaci volteggiano sulla città, bassissimi. Si vedono ad occhio nudo le loro croci nere sotto le loro ali, si distinguono gli aviatori. Sparano sulle truppe ammassate in certe vie. Non riescono a colpire, ma seguitano a lungo; girano, mitragliano, pare che in certi momenti si fermino quasi, la prora contro vento. Poi si allontanano subitamente. Un Caproni è comparso e li insegue. Un altro sopraggiunge. È la caccia: le mitragliatrici martellano nello spazio. Tutti gli aeroplani si innalzano, si confondono nella luce, svaniscono nell’azzurro. Un rombare vago di motori scende dal cielo.


Il sole declina, il primo giorno italiano di Gorizia è alla fine. Sulle retrovie, in un polverone denso che il tramonto arrossa, tumultua