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126 | la fine di cesare battisti |
— Sei tu, Battisti? Bravo, hai fatto bene.
— No, sono io, signor capitano!
Era la sua ordinanza fedele, che, ferita ad una gamba, lo aveva seguito nel baratro.
— E Battisti? — gli ha chiesto ansiosamente l’ufficiale.
— Il tenente Battisti è ferito. L’ho visto che si è alzato e si è slanciato per seguirla, e tutto ad un tratto si è abbattuto mandando un lamento.
Il soldato lo ha visto accasciarsi fra i morti, gemendo. Ed è l’ultima visione che ha avuto di lui un occhio italiano.
Il resto lo raccontano loro, i carnefici. Vi è della verità nella loro versione. Frugando nel sangue, come sciacalli, dopo molte ore che il combattimento era cessato, hanno trovato il grande Patriota ferito. E pieni di gioia si sono affrettati a chiamare dal suo naturale domicilio, la sede della Corte imperiale e regia, il boia Lang.
Svelti, svelti, che la forca ha fame!