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come fu conquistato il passo di rolle | 97 |
fatto un più lungo cammino oltre le antiche
frontiere. Ai primi giorni della guerra, salendo
da sud a nord per la strada di Fonzaso, lungo
la pittoresca vallata del Cismon, occupammo
la conca verdeggiante di Fiera di Primiero. Una
seconda spinta in avanti ci condusse a Valmesta.
Poi un altro slancio ci portò a San Martino
di Castrozza, sotto i torrioni dolomitici delle
Pale di San Martino. Oltre Fiera trovammo tutti
i villaggi deserti e bruciati. Erano luoghi famosi
di villeggiatura, centri di ascensioni sportive,
infestati nella stagione estiva da masse
disciplinate di gitanti tedeschi che germanizzavano
coscienziosamente quelle terre italiane con
la modica spesa di sei fiorini a testa al giorno,
vini esclusi; e degli enormi alberghi tedeschi,
distrutti dal nemico in ritirata, ergevano per
tutto la loro stupida mole da caserma teutonica.
Gli austriaci sfuggendo la nostra avanzata si erano fermati al Passo di Rolle, a 34 chilometri dal confine. Avevano solidamente fortificato il monte Cavalazza, che domina la valle del Cismon da noi occupata, che la sorveglia, la scopre tutta, la fronteggia e par che la chiuda, come il Biaena sembra chiudere la valle dell’Adige, il Panarotta quella del Brenta e il Col di Lana quella del Cordevole. Gli austriaci hanno saputo bene scegliere per tutto le loro posizioni di sbarramento.