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il baluardo ripreso 95


le munizioni. Per qualche ora non hanno avuto altre armi che la baionetta, ma erano tranquilli. I loro messaggi portavano un soffio di serenità e di certezza ai comandi. Nessuno li avrebbe più scacciati da lì. Del resto, grandi quantità di munizioni, di materiale da fortificazione, e dei rinforzi salivano già verso di loro. I boschi del Caviojo brulicavano di carovane.

La conquista della prima trincea ha permesso ai nostri di operare uno spostamento sul fianco, lungo il ciglione, per attaccare la vetta anche sui lati. La vetta è unita all’altipiano da un piccolo collo, da una specie di istmo largo appena un centinaio di metri. La posizione degli austriaci diveniva critica se essi si ostinavano nella difesa. Nella mattina i cannoni nemici avevano fatto un fuoco a shrapnells proprio sull’istmo: era un avvertimento ai difensori. Il cannone e la mitragliatrice servono spesso all’esercito austriaco per dar forza agli ordini. Quei colpi volevano dire che la ritirata si sarebbe dovuta effettuare sotto il fuoco delle proprie artiglierie. Ma di fronte alla decisione dei nostri alpini l’avvertimento non ha giovato a lungo. Presi fra le baionette italiane e gli shrapnells fraterni, gli austriaci, dei Kaiserjäger, hanno optato per gli shrapnells. Non si fidavano nemmeno della resa, sentendo forse di meritare, per quello che avevano fatto il giorno 4, una discesa piuttosto violenta dell’alta rupe.