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il baluardo ripreso 91


da tutti i punti dove della gente guardava piena di ansia, un grido di entusiasmo si è levato: Sono arrivati! Sono arrivati! — Sulla vetta del Cimone è cominciata a scoppiettare la fucileria. Subito lo scrosciare del combattimento si è esteso verso il Rio Freddo.

No, non erano arrivati ancora. Il ciglio della parete rocciosa allo sperone del monte non costituisce la vera vetta. Sorpassato il ciglio dell’abisso si è di fronte ad un cucuzzolo sterposo e scosceso: quello è la cima della montagna. La prima trincea austriaca era sul pendio del cucuzzolo, formata da un muro di sassi coronato da sacchi a terra, preceduta da due reticolati profondi. A chi guardava dal basso questo muro appariva eretto quasi sul ciglio, come la merlatura sopra una parete di castello, e la sua linea seghettata dai sacchi si disegnava sul cielo.

I nostri avevano il precipizio alle spalle, e dovevano tenersi rannicchiati sopra un bordo angusto e precipitoso, sovrastati dalle siepi di filo di ferro, dominati dalla trincea. Appena si mostravano, scrosciava la fucileria. Una sottile linea di tiratori alpini appostata fra i macigni rispondeva al fuoco nemico. Ogni tanto si vedevano gli uomini balzare in piedi e fare i gesti di chi lancia sassate, nembi di fumo nero passavano. Si combatteva con granate a mano. Delle esplosioni più forti sollevavano