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viuzze scoscese, dormivano ancora profondamente e pareva si stringessero l'un l'altra per aver meno freddo e per non cadere, come fanno le pecore nel sonno. Sulle loro faccie pallide le persiane chiuse sembravano degli occhiali verdi, i quali conferivano loro un'aria veneranda ma triste. Dal mare veniva un vento terribile che urlava negli angiporti con mille voci lamentose, alle quali il profondo e ampio muggito dei marosi contro le scogliere dell'Isla Verte faceva da accompagnamento. Una mattinata da romanzo, con tutti gli elementi indispensabili ad una fuga classica.»

«Una barca mi aspettava vicino alla gettata e con quella ho preso il largo per andare incontro al piroscafo Rabat proveniente da Gibilterra e diretto a Tangeri. I battellieri hanno preteso il doppio del prezzo stabilito a causa della tempesta, ed io ho pagato di buona grazia tutto quello che hanno voluto perchè ero felice. Felice di fuggirmene, felice di non dover più galoppare da una delegazione all'altra ad ascoltare parole inutili e noiose, e correre a telegrafarle per tutti i fili e per tutti i cavi; felice di non dover più trascorrere ore eterne nel grigio patio del Palacio Concistorial aspettando di veder uscire molti solenni personaggi col cappello a cilindro pieno di misteri; felice di non aver più conciliaboli, appuntamenti con diplomatici che non dicono quasi niente, ma lo dicono con circospezione; di non avere più interviste banali che se non le telegrafate vi creano la fama di inabile e se le telegrafate vi creano quella d' indelicato; felice di non trovarmi più nel salone del famoso Hotel Reina Cristina a fare una caccia a fermo ai de legati delle potenze per studiare la « fisionomia della situazione » con la più grande noia reciproca; felice di liberarmi da un servizio gravoso e vano che, se è ben fatto, ha troppi punti di contatto con i servizi di polizia politica per essere piacevole. »

« Il bravo corrispondente di una Conferenza diplomatica deve avere tutte le qualità di un agente segreto ; deve saper tacere e saper parlare, prendere le vittime di sorpresa come un giudice d'istruzione, dare delle notizie false per averne delle vere, nascondere le sue fonti d' informazione, non disdegnare la cooperazione dei camerieri e dei portieri, dissimulare il suo pensiero. Tutti diffidano di chi dice quello che pensa, e soprattutto se quello che pensa rassomiglia, per caso, alla verità. »

« E la verità in certe questioni che interessano la politica del proprio paese, cioè la sua vita, è spesso dannosa. La voce di un umile corrispondente ha un'eco troppo vasta, essa concorre troppo a plasmare l'opinione pubblica, a rendere la nazione ostile o favorevole ad una idea o ad una politica, perchè egli non si