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parte seconda 93


16.

Onde sia l’eccellenza e la varietà degl’Ingegni:
ed onde le diverse inclinazioni del Genio.

Per vie affatto contrarie a’ sopradetti, vanno coloro, che ponendo tutta l’energia dell’ingegno nella forza dell’as nima, e l’uso suo migliore independente da gli strumenti del corpo, negano da veruna sua apparenza sensibile potersi prendere argomento di quale o quanto sia in altrui l’ingegno. Hanno l’anime, dicono essi, fra loro differenza non solo nell’esser proprio, ma ancora ne’ gradi d’accidentali eccellenze, che le fanno l’una più o meno dell’altra perfette. Lode è questa di quel grande artefice, che lo forma; e ornamento del mondo niente minore di quello, che sia in tanti volti d’uomo, pur composti di poche membra, tanta varietà di sembianti, che trovarne due simili è maraviglia, due stampati con la medesima impronta quasi miracolo. Così nascendo la diversità degl’ingegni da diversi gradi di perfezione dell’anime, a che cercarne indicj dal corpo, come se (conforme all’errore di quel gran Protomedico) l’anima altro non fosse, che consonanza di qualità, e armonia d’umori? Argomentar dalla voce, dal colore, dalle fattezze finezza d’ingegno, è come da’ pennelli indovinar l’eccellenza dell’arte d’un grande Apelle, o dalla spada il valore del braccio d’un fortissimo Scanderbeg. Un Bue con un solo fendente diviso per mezzo; un’Alessandro dipinto sì, che il braccio rilevato col fulmine gli usciva della tela: questi sono veri argomenti d’arte e di forza. L’ingegno anch’egli non altrimenti che dall’opere si conosce; altre vestigie non lascia da cui s’indovini di qual forma sia, altr’ombra non ha da cui se ne prendano le misure.

E se ciò non è vero, mirisi la diversità degl’ingegni, che, quasi stelle di differente genio e natura, variamente inclinano; e poi, se v’è, si truovi nella tempera del corpo il principio onde deriva.

Altri sono di mente si presta, che sembrano avere i