Pagina:Bartoli - Dell'uomo di lettere II.djvu/74

74 dell’uomo di lettere

ne hanno sei? Vi dà l’animo di non saper questo (che quando ben lo sapeste, non sapreste nulla); e pretendete d’intendere quello che non può intender nè pure uomo che intenda ogni cosa? Al primo passo, che vi chieggo che diate in terra nel corso delle cose che posson sapersi,, inciampate, come un Talete, nella fossa;; e volete giungere a vedere ciò ch’è tanto sopra le stelle? Quanto, vi verrebbe in acconcio la correzione, che Zenone, lo Stoico, fece ad un giovane ardito, che avea si nudo il mento di barba come vuoto di senno il capo, e chiedeva le risposte a cose di cui non era nè pur’abile ad intendere la dimanda! Gli fece il Filosofo mettere inanzi al volto uno specchio, e poi gli disse all’orecchio: Vi par’egli, che le dimande che voi fate, e le risposte che mi chiedete, sieno degne di cotesta barba?

Il vostro ingegno, a paragone di quello del grande Agostino, è come un Grillo a fronte d’un Cavallo; e voi pretendete di correr la lancia e di colpir nel segno, dov’egli se ne ritira nè presume tentarlo? Anzi, quasi buttandosi con quel Filosofo in mare, e dicendo: O abysse, tu me cape, quia te ipse non capio; cento volte ne’ suoi scritti protesta di non sapere, e di non sapere nè anche sapere; e va dicendo: Nescio, et non erubesco confiteri me nescire quod nescio. E a voi come dà l’animo d’aprir bocca e alzar voce per contradire o per dubitare in quello, a che hanno per sedici secoli sottoscritto le penne d’un mondo di dotti, il sangue d’un mondo di martiri, il consenso di tanti popoli, la pruova di tanti miracoli? Con la lucernetta del vostro poco sapere pretendete d’esaminare la luce del Sole? Non può tanto con voi la Sapienza di Dio Maestro, quanto quella di Pitagora co’ suoi scolari? Nobis curiositate opus non est post Christum Iesum, nec inquisitione post Evangelium1.

Altri vi sono di genio per una parte più vile, per l’altra più ostinato, che, giurando in verba Magistri, prendono i testi di qualche antico Filosofo per sagramenti, e le sentenze per oracoli; e in tal modo s’accordano a

  1. Tertull. de præscr. c. 7.