Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
parte seconda | 71 |
profondo abbiano il seno, ampie le rive, limpida l’acqua, rapido il corso: sì vanno mutoli e quieti. Chi pesca poco fondo (nell’ingegno molte volte è vero, ma nel giudicio sempre) è intollerabilmente strepitoso, e con le lodi sue, e col dispregio altrui assorda il mondo: con che, senza avvedersene, tanto si pruova più vile, quanto più s’aggrandisce; perchè, secondo l’Aforismo di Simmaco1: In magnos animos non cadit affectata jactatio.
Ma perciochè proprio de’ superbi ingegni è usare non soło l’alterezza in terra, ma anche la curiosità in cielo; nel primo ingiusti con gli uomini, a cui vogliono essere senza merito superiori; nel secondo empj con Dio, il cui essere, le cui azioni bilanciano al peso, e misurano al passo del corto intendere che hanno; eccovi sopra ciò la seguente considerazione.
12.
Due gran mali de’ Miscredenti: cercar le cose della Fede con la curiosità della Filosofia, e credere le cose della Filosofia con la certezza della Fede.
I Geografi nel disegnar che fanno le tavole o i globi della terra, poichè son giunti a’ confini de’ paesi fin’allora scoperti, non avendo cognizione de gli altri che restano, hanno per costume di tirare alcune non ben ferme e sicure linee di sottilissimi punti, e su lo spazio che rimane scrivere: Terra incognita. Di quest’usanza de’ Geografi si servì molto acconciamente Plutarco2 per iscusa della sua penna, se, presa a scrivere la Vita di certi antichissimi Eroi, non potea tutte ad una ad una divisare le imprese, con che si renderono grandi nel nome, e nella gloria immortali: perochè l’antichità, e la dimenticanza che le va dietro, molti paesi incogniti, molte parti della’ lor vita occulte e nascose tenea.
Ciò che delle azioni di quegli antichi valenți uomini