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racconsolarlo dello spavento del fuoco, gli prometteva per quanto prima la luce.

Dio vi guardi, che mai siate padri d’un simil libro. Quantunque lo conosciate d’indole scelerata e di costumi infami, l’ucciderlo di vostra mano, to sbranarlo facendone pezzi, l’incenerarlo nel fuoco, vi sarà impresa di così difficile riuscimento, quanto ammazzare di vostra mano un figliuolo, e cavargli l’anima con un colpo di coltello nel cuore: e appunto disse ne’ suoi Stromati il Maestro d’Origene: Libri sunt filii animorum. Il conoscere, l’antivedere, che il publicarlo alle stampe sarà per caduta di molti e per rovina vostra, come ad uomo, come a Cristiano, metterà tal volta orror nella mente e gelo nel cuore, e sospirerete d’aver fatto quello, che tanti sospiri, tante fatiche vi costa. Ma in fine questi saranno i rimordimenti della coscienza di Cesare su le rive del Rubicone. Vi farete forza per vincere e voi stesso e Dio; e con ciò, per altrui danno e vostro, lo passerete con un risoluto jacta est alea1.

Io per me, se due spettacoli mi si offerissero a vedere, o il vecchio Abraam legare come vittima su l’altare l’unico suo Isaac, con la mano si ferma come intrepido aveva il cuore, e, accostato alle legne del sagrificio il fuoco, alzare il coltello in atto di calarne il colpo sul collo dell’innocente figliuolo, senza che nè tremante il braccio nė pallido il volto nè lagrimosi gli occhi dessero testimonianza d’un cuore addolorato; st inteso all’ufficio di Sacerdote, come se si fosse dimenticato d’esser padre; o pure, se affetto di padre sentiva, con più invidia ehe compassione al figliuolo che moriva, ancorchè in lui egli Vittima e Sacerdote uccidesse non meno sè stesso che lui, in cui più che in sè stesso vivea: o un’ottimo Autore d’un pessimo libro, vinti i contrasti de’ suoi pensieri, de’ suoi amici, di tutto l’inferno, metterlo generosamente nel fuoco con quella mano medesima che l’avea a sillaba a sillaba e scritto e bilanciato; buttando in un colpo le fatiche degli anni passati e la gloria de’ secoli avvenire, e

  1. Sueton. in Caes. c. 23.