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parte seconda 31

stampe, fatte alla prima lezione si buone maestre d’impurità, che ne aprirono subito scuola, mutando la casa in postribolo e publicando se per meretrici: non le tante maritate, che udita recitare la medesima Pastorale (ed è osservazione di molto tempo), dove pudiche andarono, di là si partirono impudiche; e praticando quella sciolta scienza d’amar chi piace (di che udiron colà i precetti), scoperta l’infedeltà, e con gli adulteri uccise, dalle finte lascivie d’una Tragicomedia riportaron per sè il vero riuscimento d’una tragedia: ma tutta Europa e tutto il Mondo, fin dove cotai libri son giunti; quante mutazioni di scena, quante lagrimose catastrofi ha vedute; mentre animi, che per lo pregio di vergine onestà gareggiavano in candidezza con gli Angioli, bevuto dalla tazza d’oro dell’impudica poesia l’incantesimo e ’l veleno, hanno dipoi sempre avuti sotto sembiante umano costumi di bestie. Perderono nella prima lezione la verginità degli occhi, e, come disse, non so chi appresso Plutarco1 degli svergognati, verterunt pupillas virgines in meretrices; indi quella dell’anima; dietro a cui la carne, come perduto.

Si duole Sant’Agostino del primo padre delle poetiche menzogne Omero, che avendo finti i Dei chi micidiale, chi ladrone, chi adultero, avea fatti i peccati proprietà divina, e con ciò persuasili al mondo senza volerlo; poichè quisquis ea fecisset, non homines perditos, sed coelestes Deos videbatur imitatus2. Ma questi, che mettendo la lingua loro in bocca a poetici personaggi insegnano esser troppo imperfetta la natura ch’è sl inchinevole a’ piaceri d’amore, mentre la Legge vieta il procurarli; o troppo dura e ingiusta la Legge, che repugna alla natura. Questi, che, per espugnare la costante onestà delle Vergini, raccordano loro che la bellezza sfiorisce con gli anni, e che col bella si perde l’amabile onde altri le cerca: che indaro canuto si sospira ciò, che biondo si ricusò: che a una vita si brieve un solo amore non basta: che l’onestà altro non è, che un’arte di parere onesta ecc.; che

  1. De vitioso pud.
  2. Lib. 1. Conf. cap. 16.