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parte seconda 153

opus absolutumque non tam splendescit lima, quam deteritur; e: Nimia cura deterit magis, quam emendat1.

Dal voler contentare l’incontentabile suo genio nasce in alcuni il ricominciar mille volte la stessa fatica, tessendo e stessendo come Penelope sempre la medesima tela, e cancellando oggi quello che scrissero jeri. Simili nella pena a quel Sisifo dell’Inferno, che non finisce mai di condurre alle cime del monte quel suo sempre infedele e ingannevole sasso, che ricadendogli al fondo onde lo prese, gli lascia delusa la fatica e stanche le braccia. Simili nella pazzia a quel famoso Apollodoro, che non pago delle statue, che a gran costo di sua fatica avea lavorate, per disdegno le sminuzzava co’ martelli, e poco meno che non le stritolava co’ denti: chiamato per ciò Saturno degli Scultori, perchè sbranava i suoi figliuoli, e li mangiava ancorchè fosser di sasso. Numquid tu melius dicere vis quam potes? disse un vecchio Maestro2 ad un giovane malinconico, perchè non potendo dire come voleva, non voleva dire come poteva; e perciò tre giorni interi avea inutilmente faticato intorno al principio d’una orazione. Questa è la maniera d’imparare non a dir bene, ma a non dir nulla; di che sono in pericolo più degli altri i giovani più ingegnosi, che avendo dalla natura semi d’alti pensieri, e abbozzi d’una nobile forma di dire, nè sanno contentarsi dell’ordinario, nè hanno ancor tanto di straordinario che con esso possano sodisfarsi. Per tanto accidit ingeniosis adolescentibus frequenter, ut labore consumantur, et in silentium usque descendant, nimia bene dicendi cupiditate3.

Chi v’è, per uomo d’eccellente giudicio che sia, cui rendan sì pago i suoi componimenti, che, come ad oro di ventiquattro carati, non abbia che aggiugnere di bontà o che levare di lega? Questo è un privilegio di tutte le cose del mondo, il non essere in colmo perfette. Il Sole è affumicato, la Luna macchiata, delle stelle altre torbide altre malinconiose; e pur questi sono i più riguardevoli corpi del cielo; nè per ciò debbon distruggersi, perchè

  1. Plin. l. 5. Epist. 1. et l. 7. ep.35.
  2. Petr. lib. 7. ep. 7.
  3. Quintil. apud Petr. ibid.