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parte seconda 125


22.

Che l’argomento dee scegliersi pari all’ingegno di chi lo tratta.

La prima e più d’ogni altra importante fatica è l’invenzione dell’Argomento: di che eccovi la prima legge d’Orazio, dove avvisa, che se siete un Pigmeo, non avete a volervi caricar le spalle d’un Mondo, come se foste un’Atlante.

               Versate diu quid ferre recusent,
          Quid valeant humeri.

Se avete un’ingegno di punta debile e stemprata, non dovete prendere a lavorare porfidi, serpentini, marmi molto più duri del vostro scarpello. Misurate la vela col vento, e’l timone colle onde; e se voi siete un piccol burchiello, non la vogliate far da gran nave. Il vostro mare Oceano sarà un lago; le vostre Indie un’isoletta lontana mezza giornata: Altum alii teneant.

Che fareste, se pescando a minuto piccoli pesciolini, vedeste venir nella rete un gran Tonno, e farsi vostro prigione? V’incanterebbe egli tanto l’avidità della preda, che vi togliesse di mente la debolezza della rete? Voi avreste timore di prendere quello, che per altro desiderereste d’avere; sapendo, che non più sono abili alla pesca di quelle bestie sì grandi reti tessute di fila sottili, di quello che sieno le tele de’ Ragni alla caccia de’ Calabroni.

Oh quanti fanno come quell’Icaro delle favole, che non fu nè buon’uccello in aria nè buon pesce in acqua, già che precipitò volando e annegò notando! Il misero padre, vedendolo andare oltre i confini che gli prescrisse quando gli attaccò l’ali alle spalle, lo seguiva da lungi, e gridava,

          Sconsigliato fanciul, sciocca farfalla,
          Già del foco vicin tocchi la sfera;
          Nè ti sovvien, che debili alla spalla
          Porti dentro le fiamme ali di cera?
          Icaro, oimè tropp’alto, Icaro, sali;
          Ferma, Icaro, il volo, e bassa l’ali.