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64 | dell’uomo di lettere |
mare, e si fa mendico per non diventar povero. Chi sceglie per abitarvi luoghi scossi da continovi tremuoti; e gli pare di viver meglio, stando sempre in pericolo di morire; e d’abitar più sicuro, mentre la casa ogni ora sta per fargli un sepolcro. Chi vive in una botte; più come un Cane nel suo nido, che come un’Uomo nel suo albergo. Chi si butta nel Mongibello, e chi nel mare; e l’uno perchè non intende la cagione di que’ movimenti, l’altro perchè non rintraccia l’origine di quelle fiamme. Pitagora si trasforma in cento bestie; Socrate, stando tutto il giorno in un pensiero e ritto su un piè, rassembra una Gru; Anassagora, mirando fisso il Sole, un’Aquila; Senocrate è un marmo senza senso; Zenone uno sterpo senza affetti; Diogene un Cane; Epicuro un’animale; Democrito un pazzo, che sempre ride; Eraclito un disperato, che sempre piange. Ō curas hominum! Non è egli meglio non aver capo, che avere in capo queste pazzie? E questo è esser Filosofo? con questo si merita credito di Letterato? Le perle tonde e grosse (due proprietà de’ Ricchi ignoranti) sono la più preziosa, la più stimata cosa del mondo. Fatemi d’oro: quando hen’io sia un Bue, sarò adorato come un Dio: Apoteosi cominciata ab antiquo, fin da gli Ebrei colà nel deserto, e seguitata dipoi sino a’ tempi d’oggi, per non finir mai.
Questa è la Filosofia di molti Ricohi, la quale cantano per ischerno de’ Dotti, massimamente se li veggano poveri, mal condotti dalla fame, e cenciosi, se non ignudi.
Ma vorrei io all’incontro aver penna di si buon disegno, che sapesse esprimervi al vivo le deformi fattezze d’un Ricco Ignorante: so che ne avreste quell’orrore, che l’Orgagna, pittor bravissimo de’ suoi tempi, cagionò in molti amici, nello scoprir che for fece un bruttissime ceffo di Medusa, per cui dipingere avea ricavato e raccolto in uno quanto di sconcio e mostruoso trovò sparso in cento schifi e sordidi animali che a tal’effetto adunò.
Gli Spartani, per rendere abbominevole l’ozio e le delizie, nimiche di quella severa Republica, chiamato il Popolo ad una publica raunauza, gli fecero d’alto vedere Nauclide, uomo sì grasso, che da capo a piedi parea