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52 dell’uomo di lettere

veduti la Chiesa, parlato dico con le lingue le Penne, di tanti sì chiari Maestri del Mondo, che da lui, come le fonti dal mare, hanno preso tutto il limpido e ‘l profondo di quella Dottrina, di che, a pro de’ posteri, empierono sì copiosamente le carte.

Laudate igitur, pueri, Dominum, hoc est (parla Agostino1) Sit senectus vostra puerilis, et sit pueritia senilis, ut nec Sapientia vestra sit cum superbia, nec humilitas sino sapientia; ut laudetis Dominum ex hoc nunc et usque sæculum.

8.

Ignoranza, e Dignità.

Sciocchi oltre misura sono quegli Scultori, che non sanno formare un Gigante d’aspetto terribile, se, a guisa di furioso, non gli spargon le braccia e allargavio sconciamente le gambe, come se avessero a inisurare il mondo in un passo. Il medesimo avviene, disse Plutarco, a que’, Principi, che si credono esser tanto maestosi, quanto, si fanno terribili; e percio recatasi in contegno la vita, con una severità fatta ad arte, increspan la fronte e torcono la guardatura; sì che, vedendoli, poco men che nevi vi sovviene di ciò che di Plutone disse il Poeta2:

                         Magna pars Regni trucis
          Est ipse Dominus, cujus aspectum timet
          Quidquid timetur.

Quanto acconcio cadrebbe, se si potesse lor dire all’orecchio, quello che un savissimo Imperadore disse al Senato di Roma, inteso il disegno che aveano di torgli la dignità, perchè sovente stretto dalle gotte non poteva uscire in publico! Egli si fece portare in mezzo a’ Senatori; e mostrando con un lungo negoziare, ch’egli avea tanto, sbrigata la mente quanto impediti i piedi, li lasciò con questa parola di confusione: Nescitis, caput imperare, non pedes?

  1. In Psal. 112.
  2. Seneca, Herc. fur.