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parte prima | 25 |
quell’amico di Seneca1, non tamquam contempsissent omnia, sed tamquam aliis habenda permisissent.
Non sono sì accecati dallo splendor dell’oro i ricchi, che in parte almeno non veggano il pregio di questi beni. Compaja fra molti ricchi ignoranti un povero Letterato fra le sete i cenci, fra le porpore il ruvido panno, fra i volti coloriti e pieni la magrezza d’una faccia smunta dallo studio e impallidita su i libri. Quelli mirano sè, come Pecore coperte di lana d’oro, e’l Letterato come appresso gli antichi un gran Dio, scolpito in una pietra vile o improntato in creta, non però punto meno onorevole che se fosse fuso d’oro e impastato di perle.
Quella avventurosa Nave, che prima di tutte, passato il lunghissimo Stretto del Magaglianes che la conduceva, circondò tutta la terra, onde ne fu detta Vittoria, tornata in Europa, e ritirata in porto, era mirata da tutti come la seconda Argo del Mondo. Que’ fianchi ch’erano stati sodi alla batteria delle tempeste d’oceani non più penetrati, quelle vele fedeli all’incontro di stranissimi venti quel timone, quell’albero, quelle antenne, in fine, ogni sua parte era giudicata meritevole delle più nobili stelle del Cielo; poichè avea vinto gli elementi, e fatto conquista non d’un vello, ma d’un mondo d’oro. Nè l’essere in parte sfasciata, coll’albero debole, con le antenne ricommesse, co’ fianchi disarmati, con le vele squarciate, con la poppa cadente, la rendea men pregevole e men bella. Le altre navi del porto, ben corredate, la miravano con una certa maraviglia, con una certa invidia: e gli scempj, che in essa aveano fatto le tempeste e’l lungo viaggio, quasi cicatrici in un capitano di guerra, stimavano più onorati, che non quel bello di che esse andavano adorne. A lei chinavan le vele, abbattevano le antenne, umiliavano le bandiere: esse, piene di mercatanzie e ricche d’oro, la Vittoria vuota, sdrucita, sfasciata, quasi ancelle adoravano come Padrona. Eccovi la condizione d’un Povero letterato in mezzo a molti Ricchi ignoranti. Invidiano essi, benchè molte volte non se ne avveggano, le
- ↑ Ep. 62.