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16 | dell’uomo di lettere |
quali l’uno d’una scrittura arabica, tratteggiata d’oro e miniata d’azzurro altro non vede che il lavorio de’ ben composti caratteri, l’altro di più ne legge i periodi e ne intende i sensi, talchè il minor de’ piaceri che gode è quello de gli occhi.
Ma benchè il gusto dell’intendere sia come la dolcezza del mele, per cui persuadere non sono sì efficaci gli sforzi d’una lunga favella com’è la semplice pruova d’assaporarne uan stilla; pure piacemi di farvi udire il moralissimo Seneca dove spiegò qual fosse il godimento che si provava nella considerazione de’ Cieli, mentre si concepiscono colasù spiriti disprezzatori del mondo, spiriti più che d’uomo. Uditelo1.
Fatevi, dic’egli, portare a’ vostri pensieri fino alla più alta sfera de’ Cieli, sì che gvediate sotto a’ vostri piedi rivolgersi ne’ loro giri Saturno e Giove e Marte, e sotto essi gli altri Pianeti correre ciascuno i loro periodi. Colà mirate la smisurata mole de’ corpi l’impareggiabile velocità del corso, il numero senza numero delle stelle, che qui ci sembravano appena scintille, e colà son modi di luce, e niente meno che altrettanti Soli. Indi, con gli occhi pieni della grandezza de gli spazj e della mole di que’ vastissimi corpi calate lo sguardo a questo centro a vederla, (sì piccola ella compare a chi dalle stelle la mira!) sarà necessario che aguzziate lo sguardo cerviere, e bramiate che qualche Nunzio sidereo v’ajuti la vista. Quale di quagiù vi sembra la menoma delle stelle che l’occhio dubbioso non sa se la vegga o pur se pensi di vederla, tale di colasù vi si farà vedere la Terra; sì che a tal vista direte: Quella dunque laggiù, che appena scorgo, appena discerno coll’occhio, quella è la Terra? Quello è quel punto, diviso in tante Provincie, ripartito in tanti Regni, per cui avere si son trovati a sì gran copia e l’arti e l’armi per uccidere? Assedj, assalti, incendj, batterie campagne aperte, scempj delle intere Nazioni fatti in poco d’ora; che tante volte hanno sforzato a pianger vedova
- ↑ Præfat. lib. 1 nat. Quæst.